Tu stai dormendo, non sei morta. Ne sono certa, tu non puoi morire. Nel quadro
di Jan Toorop I vagabondi tu stai dormendo sotto un salice. Al crepuscolo della
sera il cielo era un fievole baluginio sotto una cappa di nuvole nere: stava per
piovere e tu ti sei riparata sotto quel salice, ti sei seduta sul muschio. Il
muschio era così soffice e la nenia delle fronde del salice così dolce che ti
sei addormentata. Il muschio era così verde ed il salice così rigoglioso che non
ti sei accorta che quello era un cimitero. Al calare della notte i vagabondi
sono usciti dalle loro tombe perché non sopportavano più il fetore delle loro
anime morte. Di giorno non fanno caso a quei miasmi, hanno altro per la testa:
fare soldi e ancora soldi. Ma di notte le loro anime morte li tormentano
costringendoli a strisciare fuori dalle tombe e a vagare alla ricerca dell’anima
di qualcun altro, a vagare cercando di comprare o di rubare l’anima di qualcun
altro. Ora ti hanno vista lì addormentata nel bel mezzo del loro cimitero e
desiderano la tua anima. Ma una donna veglia su di te: indossa una cappa nera
come le nuvole ma sotto quella cappa balugina una veste candida come la luce
dell’alba dopo una notte piovosa. Sta fissando i vagabondi con i suoi grandi
occhi scuri perché nell’abisso di quegli occhi l’orrore precipiti e muoia. Ha
posato una meravigliosa rosa rossa senza spine sui tuoi capelli perché il suo
profumo impedisca ai miasmi delle anime morte dei vagabondi di avvelenarti. Ha
posato sulla tua veste blu delle rose bianche dai lunghi steli carichi di spine:
quel che ha il potere di far rivivere l’anima costa sacrificio ed i vagabondi
non accordano alcun valore al sacrificio, non saranno disposti a ferirsi con
quelle spine. Fanno a brandelli la tua veste blu ma le spine delle rose bianche
impediscono alle loro mani rapaci di ghermire la tua anima. Al crepuscolo del
mattino i vagabondi torneranno nelle loro tombe e la donna che veglia su di te
ti rivestirà con una veste fatta dei medesimi tessuti della sua veste, le sue
dita affusolate saranno così delicate che tu non ti sveglierai. All’alba la
donna che ti ha vegliata si dissolverà nella luce candida e tu ti sveglierai con
indosso una bella veste nuova, candida con le maniche nere. Ma tu non vi farai
caso perché non ti ricorderai di com’eri vestita la sera prima, non ti
ricorderai di nulla. Saprai solo che devi riprendere il tuo cammino. Starai per
accingerti a salire una scalinata quando un profumo attirerà la tua attenzione.
Sì, sarà proprio come in quel quadro di John William Waterhouse, The shrine.
Quel profumo proverrà da un tempietto sul ciglio della strada, un tempietto
eretto in onore di chi è stato reso sacro dal sacrificio. Ma tu farai caso
soltanto a delle rose in dei piccoli vasi blu, blu come quella tua veste
straziata dai vagabondi. Ma tu non ti ricorderai della tua veste blu, non ti
ricorderai di nulla. Ti chinerai sulle rose e saprai solo che ami il loro
profumo, saprai solo di essere viva. Riprenderai il tuo cammino e salirai la
scalinata guardando il baluginio del cielo tra gli alberi. E le tue maniche nere
saranno come i rami di un salice durante una notte piovosa, e la tua veste
candida sarà come la luce dell’alba dopo una notte piovosa. |