Eva Colombo, Un giorno in esilio, capitolo terzo: L’orchidea del crepuscolo ( Ispirato dal quadro di Ludwig von Hofmann Daydream, 1898 )
 
Eva Colombo, Un giorno in esilio, capitolo terzo: L’orchidea del crepuscolo ( Ispirato dal quadro di Ludwig von Hofmann Daydream, 1898 )
Non mi avete voluta nella vostra città. Avete detto che i miei occhi sono come l’ombra in un reticolo di viuzze troppo strette dove ad ogni svolta speri di incontrare la luce del giorno e non accade mai. Avete detto che il mio nome è come l’eco in un labirinto buio, un’eco che non hai il coraggio di seguire perché non sai se ti condurrà alla salvezza o alla disperazione. Io ho replicato che nell’ombra può esservi bellezza e salvezza ma bisogna conoscerla, comprenderla. Ora che è tardo pomeriggio e le ombre si allungano io posso aiutarvi a comprendere il linguaggio dell’ombra e così ricompensarvi della vostra ospitalità. Ma voi non mi avete creduta e mi avete lasciata fuori dalle mura della vostra città, tutta sola su di una pietraia davanti al mare. Ora guardo il mare e sento che la marea monta insieme alle mie lacrime, ora guardo la luna crescente e mi accorgo che una donna compassionevole biancovestita come la luna ha imboccato un tunnel per andare a sussurrare il mio nome alle radici di un pino marittimo che svetta sulle mura della vostra città. Non piango, so quello che devo fare. Al crepuscolo, quando il cielo sarà bello come l’orchidea violetta che porto tra i capelli e l’alta marea avrà allagato la pietraia, io canterò un incantesimo perché il cielo si avvinca al mare. Così, al calar della notte, l’alta marea sulla pietraia sarà come il cielo di un crepuscolo di maggio e sarà bella come le orchidee violette che fioriscono sulla pietra, nell’ombra. Ed i raggi della luna crescente tra i rami del pino marittimo saranno le corde di un’arpa, e gli aghi del pino marittimo mossi dalla brezza marina saranno dita che su quelle corde faranno risuonare il mio nome. Allora vi sveglierete e vi affaccerete dalle mura della vostra città e vedrete che la pietraia allagata si sarà trasformata nel cielo di un incantevole crepuscolo di maggio e le pietre affioranti saranno nuvole imbevute di preziosa luce violetta. E vedrete me, seduta su una di quelle nuvole. I miei occhi d’ombra scintilleranno alla luna e l’orchidea tra i miei capelli sarà il sorriso di chi fiorisce nell’ombra.