Eva Colombo, Il nostro oro, capitolo quarto: La nuvola dell’alba ( Ispirato dal quadro di Mikhail Vrubel Siren o The Lilacs,1900)
 
Eva Colombo, Il nostro oro, capitolo quarto: La nuvola dell’alba ( Ispirato dal quadro di Mikhail Vrubel Siren o The Lilacs,1900)

Mi hai detto che non puoi amarmi perché tu ami la luce del sole. Anch’io amo la luce del sole, ho risposto. Mi hai detto che non può essere vero perché sul mio viso c’è un’ombra che è come l’ombra che oscura il volto della luna nuova e rende la notte nera come la disperazione. Mi hai detto che non puoi amarmi perché è primavera e tu ami la vita. Anche per me è primavera e anch’io amo la vita, ho risposto. Mi hai detto che non può essere vero perché i miei occhi sono come un abisso e chi vi precipita è destinato ad annegare nell’acqua melmosa che ha il colore delle mie iridi. Mi hai detto che non può essere vero perché la malinconia che risuona nella mia voce è come lo sciabordare di un fiume sotterraneo che non alimenta la radice di alcun fiore. Ora è notte e non dormo. Sono sola e guardo al buio un grappolo di fiori di lillà che è come una nuvola imbevuta di luce dell’alba. Se il suo profumo potesse insinuarsi nei tuoi sogni forse ora mi vedresti… Vedresti che quell’ombra sul mio viso che è come l’ombra che oscura il volto della luna nuova è segno che il sole mi ama e si accinge a donarmi il suo splendore. Vedresti che l’abisso dei miei occhi è come l’abisso in cui il sole precipita al tramonto e l’acqua melmosa delle mie iridi è come l’oro del sole che si trasforma in fango per poter fluire nel fiume sotterraneo dove trascorre la notte. Le radici del lillà raggiungono quel fiume e si alimentano del sole… come potrebbero altrimenti i grappoli del lillà essere così simili alle nuvole dell’alba? Ed udresti il canto malinconico che intono sulle rive del fiume sotterraneo quando il sole, cullato dal fiume e vellicato dalle radici del lillà, non vorrebbe più sorgere… Allora sulle rive del fiume sotterraneo io canto un canto malinconico perché il sole abbia nostalgia del cielo e si affretti verso il mare in cui rinascerà, verso l’orizzonte dove risorgerà. Se questa notte tu potessi sentire il profumo di questo grappolo di fiori di lillà forse domani mi ameresti come si ama una nuvola vista in sogno. Una nuvola imbevuta di luce dell’alba, zampillante di vita.