Eva Colombo, Il trittico del pavone, capitolo secondo: Il miraggio salvifico
( Ispirato dal quadro di Edmond Aman – Jean Giovane donna con un pavone, 1895 )
Fermati. So che è il tuo compleanno e che sei sola. So che in questo caldo
tramonto estivo cammini verso il mare perché speri che almeno il mare si ricordi
di te e ti riconosca. Ma non puoi raggiungere il mare, non ora. Non piangere.
Sei sottile e sinuosa come un torrente che tra le rocce sfugge alla canicola, i
tuoi occhi hanno il colore della terra dissetata dalla pioggia, sei bella come
un’ombra solitaria che offre un’insperata salvezza. Non devi piangere, devi
attendere. Lo scintillio del sole sul mare ora è così splendente da attrarre
tanta gente, troppa gente. Lo sai di chi sto parlando. Di quelli che calpestano
tutto ed inaridiscono tutto, di quelli che hanno ridotto la terra in cui vivi in
un deserto. Non si ricordano di te e non ti riconoscono perché è come se fossero
morti, morti che ricordano e riconoscono soltanto quel che più hanno amato: il
denaro. Ai loro occhi allucinati lo scintillio del sole sul mare è come una
miriade di monete che smaniano di afferrare. Nella loro folle corsa per ghermire
l’oro del sole ti travolgeranno e ti calpesteranno, ti getteranno via. Questo
non deve accadere. Una Fata Morgana erigerà intorno a te una cinta muraria, ed
all’ombra di queste mura verdeggerà un giardino. Un refolo di brezza tra le
foglie di un oleandro sarà come la voce del mare che dice che ti sta aspettando.
Una rossa dalia nella tua mano sarà come la scintilla del sole che sul mare
indugia più a lungo perché è destinata a te soltanto. Al tuo fianco, un
verdeazzurro pavone con la coda chiusa sarà come il sole che, immerso nelle
acque ristoratrici del mare notturno, attende di dispiegare nuovamente la
propria bellezza. Al crepuscolo la cinta muraria svanirà e tu raggiungerai il
mare. Sussurrerai il tuo nome e vedrai scintillare un sorriso in ogni onda, e
saprai che il mare si ricorda di te. |