Eva Colombo, I fiori ed il mare, Capitolo primo: I crisantemi ( ispirato dal
quadro In memoriam di Evelyn De Morgan )
Dicevi che non potevi più guardarti allo specchio, dicevi che non potevi più
guardare fuori dalla finestra. Io ti porgevo uno specchio e ti dicevo: guardati,
guarda il mare la terra ed il cielo alle tue spalle. Sei bella come il sole che
sta nascendo dal mare, come la terra scaldata dal sole nascente. Dicevi che per
te l’alba non esisteva più, non esistevano più né il cielo né la terra. Per te
esistevano solo la fredda durezza del marmo su cui eri seduta e la struggente
fragilità della ghirlanda di crisantemi che tenevi in mano. Per te esistevano
solo il suono del mare che era come la voce di quel che non se ne andrà mai e
quell’ombra nei tuoi occhi, l’ombra di chi se n’è andato. Dicevi che il sale
delle tue lacrime ti aveva pietrificata, dicevi che non avresti più potuto
rialzarti né voltarti verso la luce dell’alba. Io ti porgevo lo specchio e ti
dicevo: guardati, guarda i tuoi crisantemi che sono d’oro pallido come il sole
nascente, guarda la tua veste che è di porpora cangiante come le nuvole che
danzano tra i raggi del sole. Dicevi che il sale delle tue lacrime aveva
inaridito i tuoi occhi, dicevi che non vedevi più nulla… solo ombre. E nemmeno
le ombre vedevi bene: non riuscivi a distinguere l’una dall’altra, non riuscivi
a distinguere il volto di chi volevi ricordare. Io con lo specchio convogliavo
la luce dell’alba sul tuo volto e ti dicevo: è la luce che crea le ombre, la
memoria ha bisogno di una lanterna che illumini i ricordi. Allora tu hai alzato
la testa e mi hai guardato. E mi hai domandato dove fosse possibile trovare
l’olio per alimentare quella lanterna. Allora io ho posato lo specchio, ti ho
preso per mano e ti ho detto: vieni, usciamo. La memoria è figlia del cielo e
della terra, il cielo e la terra ci daranno l’olio per alimentare la lanterna
dei ricordi ed il balsamo per lenire il tuo dolore. |