Eva Colombo, Il trittico del pavone, capitolo terzo: Lo sguardo di
madreperla ( Ispirato dal quadro di Edgard Maxence Peacock Profile, 1896 )
Nell’ultima ora della notte mi sembrava che il mormorio della pioggia fosse la
tua voce. Mi dicevi che un giorno di inizio gennaio stava per cominciare, un
giorno di festa. Ed io piangevo perché nel buio non riuscivo a scorgere il
domani. Le gocce di pioggia tra i rami spogli degli alberi sembravano azzurre
come il freddo di una notte d’inverno e verdi come le foglie che su quei rami
germoglieranno in primavera ed era come se quelle gocce verdeazzurre lenissero
il cociore delle mie lacrime. Sul finire della notte chiusi i miei occhi neri
come la notte ed in sogno vidi il cielo madreperlaceo di un mattino piovoso
rilucere tra i rami degli alberi. E vidi il profilo del tuo volto che era come
una porta socchiusa e oltre quella porta gli alberi erano verdi in gennaio
perché il tuo sguardo di madreperla aveva dischiuso il futuro. Ed accanto a te
vidi scorrere un fiume e seppi che in quel fiume scorrevano le lacrime che
durante la notte erano scivolate sul mio volto ed ora facevano fluire la mia
bellezza verso il domani. E vidi che in quel fiume scorrevano le gocce di
pioggia verdeazzurre pregne della luce del sole mattutino che splendeva dietro
alle nuvole e sulla superficie del fiume la pioggia faceva apparire il sole come
fosse il riflesso di un pavone che fa la ruota. E l’acqua del fiume sembrava
scorrere più veloce per il desiderio di congiungersi alle verdeazzurre acque del
mare che leniscono il sole al tramonto in vista di una nuova alba. E vidi che
lungo questo fiume si snodava una strada, la mia strada. Apro gli occhi, so che
devo percorrere quella strada. Con parole minacciose o melliflue, della gente
cercherà di trattenermi. Non mi fermerò accanto a loro. Non hanno il coraggio di
guardare il buio e non sono capaci di piangere, per questo la loro vita non
fluisce e le loro anime sono come un pantano in cui vorrebbero trascinarti. Non
mi volterò, non incrocerò il loro sguardo perché i loro occhi sono come
pozzanghere che tramutano il cielo in fango. Una verdeazzurra goccia di pioggia
tra i miei capelli sarà come una piuma di pavone che attrarrà i loro sguardi
invidiosi e li disperderà al vento, ed io proseguirò per la mia strada. |