Eva Colombo, La benedizione del legno rosso, capitolo quarto: L’incantagione o
Il bosco sacro ( L’incantation o Le bois sacré, olio su tela di Paul Sérusier,
1891 )
Qui posso fermarmi. Sì, qui posso restare. Sono tornata a casa. È una casa che
nessuno ha costruito, che nessuno potrà demolire. È una casa che nessuno ha
comprato, che nessuno potrà vendere. L’ho ritrovata seguendo delle orme impresse
per terra. Orme umane od animali, non so. C’erano tante orme, troppe, la terra
ne era completamente coperta. Ma io sono comunque riuscita a riconoscere quelle
giuste: erano quelle che non sfregiavano ma ornavano la terra. Quando mi sono
chinata su di lei per vedere meglio le orme, mi sono resa conto che farsi umili
non significa umiliarsi. Avvicinarsi alla terra, seguirne docilmente le
indicazioni: questo significa. E sono tornata a casa, nel bosco degli alberi
rossi. Salva. Mi lascio alle spalle un mondo fatto di esseri umani che non
camminano sulla terra, che non mettono i piedi nelle orme che la ornano. Corre,
quella gente, corre continuamente appoggiando i piedi sui mezzi più vari, più
strani…chissà dove corrono tutti, chissà se ne vale la pena. Pretendevano che io
spiegassi loro come vivo e perché sono fatta così. Pretendevano che io
giustificassi la mia esistenza facendo qualcosa di utile, un qualcosa di utile
secondo i loro parametri. Parametri assurdi. Ad esempio: spazzare via le foglie
morte da una strada che nessuno percorre mai, in cui nulla può intasarsi: questo
è utile. Far notare ai passanti quanto è bello e prezioso il riflesso della luna
sull’acqua: questo è inutile. Inutile non perché i passanti lo notino
abitualmente per conto loro ma perché è considerato inutile il riflesso della
luna sull’acqua. Pretendevano che io pagassi il necessario per vivere e che
guadagnassi i soldi necessari facendo qualcosa di utile secondo i parametri
suddetti. E alla svelta, perché il tempo è denaro. Ho provato a spiegare loro
che il tempo non è tutto uguale, non è solo quello che conoscono loro. Siete mai
entrati in una chiesa contigua ad una stazione ferroviaria? Ad esempio la chiesa
degli Scalzi, a Venezia. Vi accorgereste che lì il tempo scorre in un altro
modo…il tempo si avvita attorno alle colonne tortili come un serpente…se vi
fermate accanto a queste colonne anche lo spazio intorno a voi si ferma e si
avvita su sé stesso come un serpente che si morde la coda…siete fermi sì, ma
vivi…e sarete vivi per sempre, perché lì il tempo non scorre come un treno ma si
avvita incessantemente nelle proprie spire…Stai sprecando il tuo tempo in
chiacchere, mi hanno detto. Le tue parole non producono niente di utile. Ma come
può essere inutile – ho risposto – il riflesso della luna piena sull’acqua?
Avete mai notato che il riflesso della luna piena sull’acqua è una moneta
d’argento che va in frantumi senza spezzarsi, mantenendo intatti il suo valore e
la sua bellezza? Di quali monete vai cianciando? Mi hanno detto. Tu sei incapace
di guadagnare dei soldi perché sei incapace di renderti utile. Ma come può
essere inutile – ho risposto – la capacità di tradurre il linguaggio dell’acqua
e del fuoco, della terra e dell’aria in parole umane? Non vi accorgete che tutto
intorno a noi smania per comunicarci qualcosa di importante? Di importante anche
per voi, intendo. Pochi esseri umani possiedono la facoltà di tradurre il
linguaggio dell’acqua del fuoco della terra e dell’aria in linguaggio umano, ma
tutti gli esseri umani possono trarre giovamento dai messaggi che questo
linguaggio veicola. Come potete considerare inutile questa facoltà? Forse ora
voi non mi comprendete perché la mia voce trema, trema perché voi mi fate paura.
Ma posso scrivere le parole dell’acqua del fuoco della terra e dell’aria così
voi le leggerete e capirete…mi capirete. Stai farneticando, mi hanno detto. È
evidente che tu sei malata…un tempo avremmo detto che sei matta oppure che sei
una strega. Ma ora ci siamo fatti furbi, quindi diciamo che sei malata. Un tempo
ti avremmo messo su di una nave dei folli oppure al rogo, ma è evidente che per
una come te acqua e fuoco non sono i supplizi peggiori. Per una come te, il
supplizio peggiore è essere costretta a condurre una vita normale - normale
secondo i nostri parametri, ovviamente, quei parametri che tu ritieni assurdi.
Quindi scriveremo noi qualcosa: scriveremo che sei malata. Poi ti obbligheremo a
sottoporti alle nostre terapie: ti faremo ingoiare le tue parole inutili insieme
a delle medicine che ti indurranno a trascorrere la notte dormendo anziché
guardando il riflesso della luna sull’acqua. Di giorno ti obbligheremo a
spazzare via le foglie morte da strade che nessuno percorre, così ti renderai
utile e guadagnerai i soldi necessari per vivere…per vivere una vita normale,
per vivere una vita simile alle nostre. Sono fuggita, appena in tempo. Ho corso,
non so quanto. Poi mi sono fermata per rifiatare e mi sono chinata umilmente
sulla terra. Ho riconosciuto le orme che la ornano e docilmente le ho seguite.
Sono tornata a casa, nel bosco degli alberi rossi. Le mie sorelle mi guardano e
non dicono nulla. Vedono la paura nei miei occhi e capiscono. Si chinano sulla
terra ed accendono una fiammella su di una roccia. Pregano e sperano che la loro
preghiera salga al cielo insieme al fumo. Pregano perché io dimentichi quel
brutto sogno, perché nei miei occhi ci sia soltanto il riflesso degli alberi
rossi e del cielo che traspare tra i loro rami.
|
Eva Colombo, The blessing of the red wood, fourth chapter: The enchantment
or The holy wood ( L’incantation o Le bois sacré, oil on canvas by Paul
Sérusier, 1891 )
Here I can stop. Yes, here I can stay and rest. I’m returned home. It is an home
that nobody has built, that nobody will be able to demolish. It is an home that
nobody has bought, that nobody will sell. I have found it again following tracks
impressed on the ground. Human or animal tracks, I don’t know. There were many
tracks, too many, the ground was fully covered with them. But nevertheless I
have been able to recognize the right ones: they were those that didn’t
disfigure but embellished the ground. When I bent down to the ground to look
better at the tracks, I realized that making yourself humble doesn’t mean
humbling yourself. Approaching the ground, meekly following its indications:
this is what it means. And I’m returned home, in the wood of the red trees. Now
I am safe. I’ve run away from a strange world full of human beings that don’t
walk on the ground, that don’t place their foots on the tracks that embellish
the ground. They run, those strange human beings, they always run placing their
foots into strange vehicles…who knows where everyone runs, who knows if it worth
the ride. They claimed that I should explain to them how do I live and why I am
in this way. They claimed that I should justify my existence doing something
useful, something useful according to their parameters. Absurd parameters. For
instance: sweeping away dead leaves from a street that no one runs along, where
nothing could be clogged: this is useful. Pointing out to the passers – by how
beautiful and precious the reflex of the moon on the water is: this is useless.
Useless not because the passers – by usually realize this by themselves but
because it is considered useless the reflex of the moon on the water itself.
They claimed that I should pay the necessary for living and that I should earn
the necessary money doing something useful according to the mentioned
parameters. And quickly, because time is money. I’ve tried to explain to them
that time is not all the same, it is not only which one they know. Have you ever
been in a church next to a railway station? For instance the Barefooted
Carmelites church, in Venice. You would realize that there the time runs in an
another way…there the time coils itself around the tortile columns like a
snake…if you stop near these columns the space around you stops too and it coils
itself like a tail – biting snake…you are still, yes, but you are alive…and you
will be alive forever, because there the time doesn’t run like a train but it
coils itself endlessly in its coils…You are wasting time chattering, they said
to me. These words of yours don’t produce anything useful. But how can be
useless – I answered – the reflex of the moon on the water? Have you ever
noticed that the reflex of the full moon on the water is a silver coin which
shatters without breaks, maintaining intact its value and its beauty? What coins
are you chattering about? They said to me. You are unable to earn money because
you are unable to make yourself useful. But how can be useless – I answered –
the faculty of turning into human words the language of water and fire, of earth
and air? Don’t you see that all around us is struggling to communicate to us
something important? Something important even to you, I mean. Few human beings
are able to translate the language of water of fire of earth and of air into
human language, but every human being can take advantage of the messages
communicated by this language. How can you consider useless this faculty?
Perhaps at the moment you don’t understand me because my voice is trembling, it
is trembling because I’m scared by you. But I shall write the words of water of
fire of earth and of air so you will read them and you will
understand…understand me. You are raving, they said to me. It is clear that you
are suffering from a mental illness…in ancient times we would say that you are a
mad woman or a witch. But nowadays we are more artful so we plainly say that you
are suffering from a mental illness. In ancient times we would send you to a
ship of fools or to the stake, but it is clear that for a woman as you the water
or the fire is not the worst torment. For a woman of your kind the worst torment
is to be forced of leading a normal life – normal according to our parameters,
those parameters that you consider absurd. Therefore we will write something: we
will write that you are a sick person. Then we will oblige you to undergo our
therapies: we will oblige you to swallow your useless words along with some
medicines that will induce you to sleep at night instead of looking at the moon
on the water. During the day we will oblige you to sweep away dead leaves from
streets that no one runs along, thus you will make yourself useful and you will
earn the money necessary to live…to live a normal life, a life similar to ours.
I’ve run away, just in time. I ran, I don’t know how long. Then I stopped to
take breath and I bent down meekly to the ground. I recognized the tracks that
embellish the ground and I followed them. I’m returned home, in the wood of the
red trees. My sisters look at me and say nothing. They see the fear in my eyes
and understand. They bend down to the ground and light a little flame on a rock.
They pray and hope that their prayer will reach the sky along with the smoke of
the flame. They pray so that I could forget that nightmare, so that in my eyes
it could be only the reflex of the red trees and of the sky which shines through
their branches. |