Eva Colombo, Occhi che vedono al buio, capitolo sesto: L’ edera scintillante
( Ispirato dal quadro di Paul Delvaux The call of the night, 1938 )
Togliti quel lenzuolo dalla testa, e guardami. Non aver paura, non sono un
incubo. Ho acceso la tua lampada, ora puoi vedere che sono simile a te. Lo so
che di notte non puoi dormire perché hai paura che di giorno nessuno si accorga
dello scintillio dei tuoi occhi scuri e che ti calpestino come una pietra
preziosa di cui nessuno comprende il valore. Lo so che di notte non puoi dormire
perché hai paura che di giorno la malinconia che allaga i tuoi occhi scuri
sembri qualcosa di morto da dimenticare perché ormai inutile. Vieni con me,
usciamo. Porta la tua lampada perché la luna non è ancora sorta ed i tuoi occhi
ancora non sanno che possono vedere al buio. Seguimi, lo so che hai paura perché
intorno a te vedi solo desolazione: pietre che tormentano un terreno scabro,
massi più scuri di una notte senza luna, montagne aride dalle cime opache. Ora
dona la tua lampada ad un albero che non potendo fare ombra di giorno vuole far
luce di notte, a te non serve più perché è sorta la luna. Lo so, è una falce di
luna calante così tenue che temi non ti sia sufficiente per evitare di
inciampare sulle pietre e sbattere contro i massi, per non avere paura di tutta
la morte che ti circonda. Fermati allora, siediti accanto a me ed ascoltami.
Devi sapere che quando il cielo e la terra si congiunsero quelle pietre erano
stelle che si avvinsero alla terra scintillando di quell’amore e poi per molto
tempo quelle pietre scintillarono alla luce della luna come gli occhi di coloro
che sanno la via per raggiungere la meta della loro vita. Devi sapere che quando
il cielo e la terra si congiunsero quei massi erano nuvole che si avvinsero alla
terra scintillando di quell’amore e poi per molto tempo quei massi scintillarono
alla luce del sole come gli occhi di coloro che sanno dove trovare quel che è
necessario per vivere per sempre. Devi sapere che quando il cielo e la terra si
congiunsero le cime opache di quelle montagne erano fondali marini che si
avvinsero al cielo scintillando di quell’amore e poi per molto tempo quelle cime
scintillarono alla luce del sole e della luna come gli occhi di coloro che sanno
come preservare la fonte della vita. Adesso che sai tutto questo puoi
specchiarti nei miei occhi. Vedrai che la malinconia che allaga i tuoi occhi
scuri è come un fiume sotterraneo che nutre tutto quel che continua a vivere
anche se nessuno se ne ricorda più. Vedrai che i tuoi occhi scuri tra i tuoi
capelli scintillano come pietre preziose che l’edera amorevolmente avvince,
l’edera che fa inciampare coloro che stanno per calpestarti perché siano
obbligati ad accorgersi che i tuoi occhi scuri scintillano come stelle che
indicano la via della vita. |