Eva Colombo, Un giorno in esilio, capitolo quarto: La sera della speranza assetata
 
Eva Colombo, Un giorno in esilio, capitolo quarto: La sera della speranza assetata
Il sole al tramonto ha bisogno dell’acqua del fiume per poter scivolare nella notte, per poter raggiungere il mare da cui sorgerà di nuovo. Ma questo luglio assetato ha prosciugato il fiume e la luce del tramonto rischia di smarrirsi e restare prigioniera nelle fenditure del terreno così pericolosamente simili ai caotici meandri delle scaglie di un serpente pronto ad inghiottire il sole. Sulla riva del fiume i miei grandi occhi scuri si spalancano come un inaspettato passaggio sotterraneo dove la luce del tramonto trova la salvezza scivolando sull’inesausto fiume delle mie lacrime.
As the moon and the stars call the order / Inside my tide dance the ebb and sway / The sun in my soul’s sinking lower / While the hope in my hands turns to clay ( Led Zeppelin, Hots On for Nowhere )
Ora è sera, guardo le stelle e vedo la via che conduce al mare. Guardo la luna e vedo la marea che danza con la gioia di chi ha scoperto la luce nella notte. Chiudo gli occhi e vedo la luce del tramonto inabissarsi nel mare da cui il sole sorgerà di nuovo e nelle mie mani la speranza è come l’argilla con cui è stata modellata una statuetta di Tanagra, quella che sepolta ha continuato a danzare per secoli sperando di venire nuovamente alla luce.