Eva Colombo, Il nostro oro, capitolo terzo: Le ceneri del futuro ( Ispirato
dalla foto di Anne Brigman The dying cedar )
Non ho bisogno di guardarvi per sapere chi siete: siete coloro che credono di
vivere nel presente, e non sapete che il presente non esiste. Non ho bisogno di
ascoltarvi per sapere chi credete che io sia: una donna inutile perché non
appartengo a voi, perché non potete usarmi come un vostro utensile. Ora non
posso guardarvi né ascoltarvi perché sto sognando i sogni di un cedro morente.
Ora io sono una nave che solca i mari e trasporta tesori, sono le fondamenta di
una città che inorgoglisce gli uomini, sono una porta che custodisce la sapienza
eterna. E sono la bellezza terribile del fuoco, il profumo che sale al cielo e
la cenere che rende feconda la terra. Sono un albero di cedro che con i propri
aghi ricama nel cielo una preghiera per i relitti delle navi, per le città in
rovina, per le porte che nessuno sa più aprire. Ed il vento mi trasforma di
nuovo in fuoco e profumo, in cenere che rende feconda la terra perché quel che
non può morire possa rinascere. Voi credete che io sia soltanto una donna
inutile che sogna all’ombra di un cedro morente, credetelo pure. Quando io
riaprirò gli occhi voi sarete scomparsi insieme al vostro inesistente presente,
ed il futuro sarà con me. |