Eva Colombo, Vie di scampo, capitolo secondo: Eva ( ispirato dalla canzone dei Rolling Stones Ventilator Blues )
 
È il crepuscolo del mattino. Tra poco tutto correrà, tutto urlerà. Il mattino ti toglie il respiro: tutti devono correre da qualche parte e non c’è posto per te, non c’è aria per te. Soltanto io mi fermerò ad ascoltare le tue maledizioni: maledirai chi ti toglie l’aria, chi vive inseguendo freneticamente il sole e calpestando nella sua corsa i fiori che all’alba chiudono la corolla.
Woman’s cussing, you can hear her scream / Feel like murder in the first degree
Più tardi ti pentirai di aver maledetto. Quando il sole sarà al tramonto andrai in mezzo agli alberi, vicino all’acqua. Ascolterai lo scalpiccio della lingua di un gatto che beve dal fiume e chiederai perdono. Guardando le cime degli alberi dirai senza voce che tu non odi nessuno, che tu vuoi soltanto vivere. Ecco, vivere. In mezzo agli alberi, al tramonto, pregherai perché l’orrore del mattino del giorno dopo non ti schiacci, non ti uccida.
Ain’t nobody slowing down no way / Everybody’s stepping on their accelerator / Don’t matter where you are / Everybody’s going to need a ventilator
Ti sei cerchiata gli occhi con il kajal, ti sei infilata gli stivali. Sei uscita. Ora sei in mezzo agli alberi, vicino all’acqua. È il crepuscolo della sera. Il rumore del traffico è così intenso che fai fatica a sentire il gorgoglio dell’acqua. Ora hai pietà, hai pietà di loro. Di quelli che inseguono il sole, di quelli che non sanno che anche la notte è necessaria. Non la notte che conoscono loro, ovviamente: non quella fragile, inerme notte messa alle corde dalle loro luci artificiali e dai loro schiamazzi per finire schiacciata dal macigno del loro sonno. No. La notte che è necessaria alla tua anima è così potente da operare miracoli: schiude le corolle dei fiori, consente agli esseri umani di vedere le stelle. Tu hai bisogno di guardarla negli occhi, con quei tuoi occhi che sono neri come lei. Ogni sera ti meravigli che lei torni perché sei rimasta tu sola ad accoglierla. Ma anche tu non puoi fermarti con lei a lungo. Presto, sempre troppo presto devi rientrare. Ad ogni passo respiri la notte, e vivi. Ad ogni passo senti le lacrime salirti agli occhi perché lo scalpiccio delle foglie dorate dall’autunno sotto i tuoi stivali ti ricorda che l’oro è troppo spesso costretto a trasmutarsi in fango per poter sopravvivere. Perché ti ricorda che presto ti mancherà l’aria di nuovo: ti verrà sottratta da quelli che inseguono il sole, da quelli che calpestano una come te.
When you’re trapped and circled with no second chances / Your code of living is your gun in hand
Ora è il crepuscolo della sera e stai guardando il tuo volto riflesso nell’acqua. Ora puoi sentirmi, ascoltami. Ti senti intrappolata, lo sei. Ma possiedi armi con cui puoi difenderti. Ricorda il tuo nome, ricorda quel che significa. Significa vivere, significa respirare: hai in te la vita e l’aria necessaria per vivere. Tu accogli la notte nella tua anima, tu non hai paura di guardare la notte negli occhi: sai che l’aria può diventare tempesta, sai che la vita può assumere un aspetto talmente orribile da far pentire di essere nati. Tu sai questo, e continui a vivere. Tu sai questo, e continui a respirare. Quelli che ti calpestano hanno paura di queste cose, non le vogliono ascoltare. Allora tu scrivile. Sì: scrivile in più lingue, in più modi. Traccia con le parole che scrivi un cerchio magico intorno alla tua anima: i tuoi nemici non oseranno oltrepassarlo, non oseranno più calpestarti.
Don’t matter where you are, everybody, everybody’s going to / Need some kind of ventilator
Sfiancati dalla corsa per inseguire il sole, prima o poi i tuoi nemici si fermeranno accanto a te per rifiatare. Ti gireranno intorno leggendo le parole che proteggono la tua anima e sentiranno che quelle parole soffiano loro in faccia l’aria di cui hanno bisogno, la vita di cui hanno bisogno. E ti lasceranno vivere, e ti lasceranno respirare. Don’t matter where you are: tu sarai, comunque.